Primi Passi

Primi Passi

I primi giorni del cucciolo

Avete preso un cucciolo?

Che tenero! Così morbido e dolce che vorreste strapazzarlo tutto il tempo…

Però non tutti sanno che quando un cucciolo arriva a casa è spaesato e spaventato per il cambiamento di ambiente, per la mancanza della madre e per le nuove abitudini.

Ecco i nostri consigli per aiutarvi a farlo sentire a casa…

Primi passi

Avete preso un cucciolo?

Che tenero! Così morbido e dolce che vorreste strapazzarlo tutto il tempo…

Però non tutti sanno che quando un cucciolo arriva a casa è spaesato e spaventato per il cambiamento di ambiente, per la mancanza della madre e per le nuove abitudini.

Quando lo accogliete in casa, per prima cosa, fategli trovare una cuccia molto accogliente dove lui può sentirsi a suo agio e rifugiarsi, e soprattutto lasciatelo tranquillo fino a che non sentirà il bisogno di venire cercarci per essere coccolato.

Le coccole e i vizi dovrebbero essere limitati: infatti il cane è molto bravo a prendere brutte abitudini che sarà poi molto difficile fargli perdere; quindi, se non volete un cane che prende il vostro posto nel letto, evitate di farlo salire anche quando è solo una piccola e tenera pallina di pelo che piange e vi implora di tenerlo con voi sotto le coperte: da grande sarà un po’ meno tenero e molto più pesante, oltre che peloso!

Altro problema da affrontare è quello dei bisogni che il cucciolo inevitabilmente farà in ogni angolo della casa.

Se è vaccinato o c’è un giardino in cui non passano altri cani, potete sgridarlo con un “NO” secco ogni volta venga colto sul fatto. Importante è anche fargli fare spesso delle uscite e ricompensarlo con carezze e complimenti quando sporca fuori se invece non è ancora vaccinato non può frequentare luoghi dove passano altri cani per evitare che contragga malattie che possono essergli anche fatali.

Quindi in attesa dell’indispensabile visita dal veterinario (necessaria peraltro anche per un cucciolo vaccinato) lo abitueremo a sporcare su dei giornali in casa.

Un ultimo consiglio: i cuccioli si impressionano facilmente, pertanto non bisogna utilizzare metodi troppo bruschi per sgridarlo se non vogliamo avere un cane timoroso che ha paura di noi.

La cosa fondamentale è stabilire un rapporto di comunicazione con il nostro cane, l’educazione è fondamentale per vivere bene e felici insieme.

Un problema da affrontare nei mesi successivi sarà il cambio dei denti. Il cucciolo comincerà a rosicchiare tutto quello che gli capita a tiro: i mobili, i libri, i sassi.

Per evitare che vi distrugga la casa cercate di lasciargli sempre a disposizione ossa di pelle per cani, vecchie ciabatte e scarpe, legni o pezzi di pane secco in modo che possa alleviare il fastidio provocato dai dentini che spuntano.

Altro problema è rappresentato dalla incredibile vitalità che può essere soddisfatta facendo giocare il vostro amico. Teniamo però presente che è durante il gioco che si decidono le gerarchie tra cani, grandi o piccoli che siano. In un certo senso noi siamo componenti del branco e se lasciate che sia il cucciolo a decidere quando cominciare e smettere di giocare, gli fate capire che è lui a comandare.

Questa è una regola che va tenuta presente in ogni momento.

Impartire un ordine al nostro cane implica avere abbastanza tempo per insegnargli ad eseguirlo. Se lasciate correre, per lui sarà come avere avuto una vittoria su di voi.

Infine, quando portate fuori il vostro cucciolo, non dovete rimanere delusi se all’improvviso comincia a seguire un qualunque passante: questo è normale perché, fino ad una certa età, il cane non riconosce un vero padrone, ma ha bisogno semplicemente di una figura che gli dia sicurezza.

Più tardi riconoscerà in voi quella figura.

Quando il cucciolo fa la pipì

Ci sono delle circostanze in cui un cucciolo può risultare sovreccitato. Si può trattare del momento in cui il padrone torna a casa, oppure quando si accorge che gli viene preparata la pappa, o altri momenti della sua vita giornaliera che gli appaiono particolarmente significativi. Può succedere che in queste situazioni il cucciolo faccia la pipì dove capita. Semplicemente l’emozione gli ha fatto perdere il controllo della vescica, si tratta perciò di un fatto accidentale.

In questi casi bisogna ignorare l’accaduto e non arrabbiarsi.

Il cucciolo non deve essere sgridato, perché quanto è successo prescinde dalla sua volontà. L’accaduto è dovuto ad una eccitazione eccessiva che con la crescita il cane imparerà a controllare. Non si tratta perciò di una mancanza nella sua educazione. Il cucciolo non decide volontariamente di fare una “pisciatina”. Si tratta semplicemente di un effetto collaterale dell’eccitamento che prescinde la volontà del piccolo.

E’ sbagliato sgridarlo in queste situazioni. Questo rischia di ridurre l’espansività e la giocosità del cucciolo. E un cucciolo triste difficilmente capisce gli insegnamenti. Potrebbe per esempio associare il rimprovero con la felicità per aver rivisto il padrone. Bisogna perciò cercare di ignorare questi piccoli incidenti, sicuri che con la crescita, il cane conquisterà un maggior livello di auto-controllo e imparerà che questi momenti allegri fanno parte della routine quotidiana riducendo il proprio livello di eccitazione.

Ciò non significa non affrontare il problema, ma solo che l’educazione del cucciolo non deve limitarne la vitalità e l’intraprendenza. Ma questo è proprio il risultato che si può ottenere sgridando il cucciolo in caso inopportuni. L’approccio più corretto è di cercare di far capire al piccolo che queste situazioni che lo eccitano tanto sono momenti normali della giornata. Per esempio, è normale che il padrone torni a casa dopo essere uscito.

ESERCIZIO

Per farglielo capire si può provare in questo modo: uscire dalla stanza dove si trova il cane e tornarci dopo qualche secondo; poi uscire ancora per un’assenza un po’ più lunga e ritornare; ripetere la cosa aumentando gradualmente il tempo dell’assenza anche per decine di volte; alla fine il cane sarà annoiato e comincerà a non ritenere più la cosa un evento così travolgente. Accettando la situazione con meno eccitazione, il controllo della vescica migliorerà senza dubbio.

L’obiettivo di questo esercizio è di aiutare il cucciolo a controllare il proprio livello di eccitazione. Naturalmente il cane continuerà ad essere felice del ritorno del padrone e lo festeggerà, ma senza arrivare ad eccitarsi così tanto da perdere il controllo della proria urina. Insegnando in questo modo al cane a gestire la situazione, si evita di mortificarne la vitalità e non si intacca la sua gioia di vivere. Si insegna al cucciolo facendogli fare esperienza. Inoltre in questo modo non solo si affronta un problema immediato, ma si rafforza anche il rapporto con il cane. E’ importante non permettere che un banale incidente mini la leadership positiva su cui si deve basare il rapporto fra il cane e il proprio padrone.

Come insegnare ad un cucciolo a fare i bisogni

Insegnare al proprio cagnolino a fare i bisogni fuori di casa non è cosa semplice. Questa è, infatti, una difficoltà che accomuna la maggior parte dei proprietari. La prima cosa che bisogna sapere è che, così come un neonato, anche il cucciolo non ha la capacità di trattenersi. Spetta dunque al suo padrone insegnargli dove può fare pipì e dove invece proprio non può.

Affinché il piccolo Fido impari nel minor tempo possibile le nuove regole è importante portarlo fuori nei momenti in cui si presume ne abbia maggiormente bisogno. Fargli fare una passeggiata al risveglio, dopo i pasti, dopo il gioco o dopo aver bevuto, può facilitare l’apprendimento. Quanto più il cucciolo sporcherà fuori casa, tanto più semplice sarà per lui apprendere la cosa.

L’evacuazione è un comportamento indispensabile e naturale, per questo motivo sgridare o punire il cane, quando la fa’ sul pavimento può generare in lui solo molta confusione. E’ bene tener presente che spingere il muso del cucciolo nelle proprie urine, picchiarlo o utilizzare un giornale arrotolato per spaventarlo non solo non farà ottenere dei risultati, ma porterà solo il cane a diffidare del proprietario. Inoltre non serve a niente urlargli contro se non lo si coglie sul fatto. Mentre al contrario è importantissimo e utile premiarlo con un biscottino ogni volta che fa i bisognini all’aperto. Seguendo queste semplici regole è possibile, in un tempo brevissimo, insegnare all’amico a quattro zampe la corretta abitudine di fare la pipì solo fuori casa

Consigli per l'educazione del cane

L’addestramento è un passo necessario per mantenere i cani come animali domestici. I cani, specialmente quelli di grossa taglia, devono essere obbedienti o quantomeno controllabili.

Oltre alla loro naturale condiscendenza nei confronti di chi li nutre, i cani, in quanto animali da branco, presentano istinti naturali che ne favoriscono l’addestramento. Questi istinti si manifestano principalmente nel desiderio di compiacere un capo. Ciò fornisce all’addestratore un indubbio vantaggio nel modellare il comportamento di un cane.

Sebbene i cani possano essere addestrati per svolgere compiti particolarmente complessi, come le operazioni di salvataggio o numeri da circo, ci sono elementi di educazione cinofila che ogni cane dovrebbe apprendere a beneficio di sé stesso e del suo proprietario.

L'educazione e la vita del cane

L’addestramento inizia virtualmente alla nascita di un cane. I cani che sono accuditi da persone nelle prime otto settimane di vita sono generalmente più adatti ad essere addestrati e a convivere con il proprietario nella sua stessa casa.

Dopo queste età, e fino alle 14 settimane, il cane è pronto ad affezionarsi ad un nuovo proprietario. Anche un cane adulto può legarsi ad un nuovo padrone ma la situazione ideale per educare un cane è di crescerlo fin da cucciolo. Con qualsiasi razza, è possibile educare facilmente i cuccioli, e in tal caso il cane rimane sottomesso e mantiene il rispetto per le persone anche quando è cresciuto completamente. Un cane adulto che non sia stato educato può diventare più difficile da gestire.

L’età minima per seguire un corso di addestramento vero e proprio, nel senso di seguire un corso per sviluppare comportamenti specifici, è compresa fra i tre e i sei mesi. Tuttavia è opportuno iniziare ad abituare il cane ai comandi fin dalle prime settimane di vita durante il gioco.

La maggior parte delle tecniche di addestramento si imperniano sul fare complimenti e festeggiamenti quando il cane ubbidisce e rifiutarglieli quando non esegue i comandi. Il comando “no”, pronunciato in modo secco e con risolutezza, è fondamentale per far capire al cane quali comportamenti non deve tenere. Scacciare il cane o rinchiuderlo in una stanza o in un recinto, non è invece molto efficace come punizione

I comandi vocali

Un tono di voce autoritario è fondamentale per ottenere l’obbedienza di un cane. Ciò può apparire troppo arrogante e duro a chi non ha avuto precedenti esperienze con un cane, ma è un dato di fatto che i cani rispondono meglio a questo stile di comandi. Invece per interazioni più piacevoli, quali complimentarsi col cane, dargli dei bocconi, o il gioco, è utile un tono di voce più acuto, ma per ottenerne l’obbedienza, sembra più efficace l’equivalente umano di un abbaio.

Il nome del cane è un componente fondamentale dei comandi che gli si rivolgono. All’inizio dell’addestramento è infatti opportuno anteporre il nome del cane al comando vero e proprio. “Jack, vieni!” risulta più autorevole a un cane di nome Jack di un semplice “vieni”. Una volta che il cane è addestrato non è necessario usare il suo nome ogni volta, ma quando viene usato, aggiunge comunque autorevolezza al comando

Educare il proprio cane

L’educazione del cane è utile e necessaria per una buona e piacevole convivenza con il proprio gruppo familiare e per il suo legittimo inserimento nella società degli umani.

Così come gli umani devono sottostare ad alcune fondamentali regole comportamentali per essere accettati dalla società, così anche i cani dovrebbero, nel limite delle loro caratteristiche, adattarsi alla vita dei loro padroni.

L’educazione non è finalizzata all’umanizzazione del cane, bensì ha lo scopo di portare il cane a convivere con l’uomo, in modo da avere abitudini che non interagiscano negativamente con il mondo circostante.

Come si educa un cane?In che modo si stabilisce un rapporto uomo-padrone?

I cani sono animali sociali e gerarchici, come i loro antenati lupi: questo significa che tendono a vivere in gruppo, cioè in famiglia (che funge da branco) e all’interno di questo gruppo stabiliscono una gerarchia.

Tra i lupi, il soggetto dominante diventa il capobranco ottenendo in tal modo la sottomissione e l’obbedienza di tutti gli altri membri del branco.

Nel caso del cane che vive in famiglia, il gruppo è costituito da tutti gli elementi della stessa, per questo nella scala gerarchica tutti i membri dovrebbero essere dominanti nei confronti del cane in modo da ottenere l’obbedienza.

La regola che stabilisce chi deve occupare quale gradino in natura, è la legge del più forte non solo a livello fisico ma anche intellettivo, la legge che permette la continuazione della specie, la legge che emargina gli elementi malati o incapaci di lottare a favore dei soggetti più adatti alla conduzione del branco.

Normalmente il cane trovandosi in posizione di inferiorità rispetto all’uomo, può obbedire spinto da motivazioni differenti; vediamo quali:

  • Per imposizione: quando il cane si sottomette al padrone perchè teme la sua ira e la sua violenza, fisica o morale. Esegue gli ordini malvolentieri come risposta di difesa passiva e reprime la sua volontà di ribellione solo perchè si rende conto di essere l’elemento più debole. E’ la situazione tipica dei cani che, come reazione ad un sopruso, fuggono o alla peggio si rivoltano per esasperazione.

E’ da considerarsi la forma peggiore.

  • Per inibizione: il cane, in quanto inibito, accetta l’autorità senza discussioni ed indipendentemente dai meriti o dalle qualità del padrone.

Esegue gli ordini di tutti gli umani in modo approssimato con la coda fra le gambe, a volte persino strisciando. Soffre le richieste del padrone al di la dalle sue intenzioni e dal tono di voce.

  • Per convenienza: quando il cane, al fine di raggiungere uno scopo (premio), accetta la supremazia del padrone come mezzo per ottenere un profitto. Risponde agli ordini in modo preciso come un soldatino dimostrando gioia durante la loro esecuzione.

Dimostra partecipazione nei momenti di bisogno, rifiutando l’autorità del padrone quando questi non è necessario al suo benessere.

 

  • Per praticità: quando il cane accetta di buon grado l’autorità del padrone in quanto riconosce in lui la figura protettiva del capo branco.

In tal caso il cane esegue gli ordini diligentemente perchè così facendo risponde degnamente al suo ruolo, contribuendo a mantenere saldo l’equilibrio sociale del gruppo.

Questa è da considerarsi la forma migliore dove padrone e cane si intendono rispettandosi a vicenda.

 

 

Un cane ubbidiente è un cane che non da problemi in nessuna occasione: questo è possibile a patto che sia abituato ad ascoltare sempre il suo padrone, deve cioè obbedire sempre e in modo assoluto, in modo da essere gestibile nelle circostanze più difficili.

Un buon padrone di cane è quell’umano che si comporta come un buon padre di famiglia, è protettivo e attento alle esigenze del proprio cane, ed è in grado di educarlo con opportuna intransigenza e coerenza: se un’azione non è ammessa, bisogna che sia sempre proibita.

Facciamo un esempio: se non vogliamo che il nostro cane rubi la nostra succulenta bistecca non dobbiamo permetterglielo MAI, e sgridarlo ogni qualvolta si avvicini al nostro piatto; mantenere la coerenza è davvero molto importante, in caso contrario l’autorità del capobranco verrebbe messa in discussione, vanificando gli sforzi fatti.

Conclusioni

E’ molto più piacevole vivere con un cane ben educato che con uno che fa sempre di testa propria. Non è difficile impartire a qualsiasi cane un’educazione minimale che permetta di averlo sotto controllo. Basta conoscere degli elementi di psicologia canina e qualche tecnica di addestramento che chiunque può imparare.

In Italia operano centinaia di educatori cinofili e vengono organizzati corsi da moltissimi centri cinofili. L’educazione deve iniziare fin all’inizio della vita del cucciolo, anche semplicemente giocando con lui. Premi e rimproveri sono sufficienti per far capire al cane cosa ci aspettiamo da lui.Educare un cane non solo è un dovere di ogni proprietario responsabile, ma anche un’esperienza che rafforzerà moltissimo il rapporto con il nostro cane.